venerdì 31 maggio 2013

Back to business: la Corte dei Conti dei miracoli

(da Malachia Paperoga ricevo e volentieri pubblico, a futura memoria)


Possiamo fare un bel "back to business"?

Vorrei segnalare 2 cose.

1) La mitica OCSE che - non ci crederete - rivede al ribasso le stime di crescita di tutta l'area-euro.

2) Esce oggi sui giornali un “curioso” commento della corte dei conti: l’austerità ci ha fatto molto male.

E’ strano, perché non sembra che la stessa istituzione avesse mai espresso opinioni simili. Anzi: a maggio 2011 invocava una manovra “stile 1992”: da 46 miliardi. Mentre a ottobre 2011, lamentandosi di risorse non certe, invitava a tassare i beni reali. Più recentemente, puntava il dito contro corruzione e malaffare.
Torniamo invece indietro, al 2009, inizio del periodo citato nell’articolo di oggi. La Corte se la prendeva con la sanità.


Insomma, l'austerità l'ha voluta, l'ha avuta, e ora se ne lamenta. I problemi poi variano sempre: sanità, corruzione, entrate incerte... ma mai che si accenni alla moneta unica, ci mancherebbe!


(bene. Posto nuovamente in luce il fatto che qui quale sia il business lo decido io, autocraticamente, ringrazio Malachia Paperoga per il contributo. Lo perdono, paradossalmente, perché gli interessano così tanto delle cose che a me interessano così poco... Altre cure, più gravi di queste, altra brama quaggiù mi guidò)

(qui ci starebbe bene un bel commento di sei per otto...)

(scusate, decidiamoci: dobbiamo fare la Repubblica dei filosofi, o dobbiamo sporcarci le mani? Perché vedete, io capisco che vi sfugga, ma quale sia il business dipende da questa decisione).

mercoledì 29 maggio 2013

Orléans

(stasera parliamo di economia, prometto...)




(invece no: sono distrutto. Allora: il portoghese - che era venuto a Pescara a spiegarci che la colpa della crisi è nostra perché debitopubblicobrutto e strozzature dal lato dell'offerta - comincia a spiegare al tedesco che lui è agnostico. Il tedesco se lo guarda, e io intervengo: "Forgive him, he's an economist: he puts his faith in his work". Ma il portoghese continua. Allora io mi rivolgo all'inglese al mio fianco: "Suddenly, economics becomes interesting!" E lui daje a ride... Finché me rompo li cojoni e dico: "Do you want a good proof of the existence of God? The euro. Because without God's hand it would have fallen apart ten years ago".

Bene: non sono completely sicuro che il mio inglese sia perfetto, ma voi non dovete leggerlo: leggete fra le righe...)


(mai più a una cena di economisti senza Tiberio, quello che dopo cinque minuti dice: "Scusate, ma non si potrebbe parlare di...")


(ah, però poi tornando il portoghese mi ha detto che dopo una cena con tre tedeschi si sentiva pronto a firmare il manifesto. Io zitto, muto, non avreste creduto ai vostri occhi...)



Dalla mansarda di Linguini (again)

Vi ricordate la mansarda di Linguini? Sono qui, di passaggio da Parigi, ospite di Claudie, nel mio viaggio verso Orléans.

Solo due righe per dirvi che ogni tanto il vostro intermittente stato di beatitudine mi sorprende e mi sgomenta. Già mi ero preoccupato con il Tfa, ma con il post di ieri devo dire che ho trasecolato. Mi sembra che nessuno abbia capito che situazione si è presentata, nessuno o quasi abbia capito che era possibile gestirla in un unico modo, che credo sia quello nel quale l'ho gestita, e che tutti si siano attivati per dar vita al più italiano dei fenomeni meteorologici: la tempesta in un bicchier d'acqua.

Amici, scusate: vi ho detto che da parte della redazione c'era un reale interesse (ancorché regolarmente intermesso per futili motivi); vi ho detto che ho cercato di stabilire rapporti civili e di parlare chiaro; vi ho detto che ero stato invitato anche questa settimana, vi ho detto che era la quarta volta, e vi ho specificato che non son potuto andare per difficoltà oggettive (le stesse che mi impediranno comunque di tornare da Paragone). E vi ho detto, soprattutto, che comunque abbiamo già vinto. E allora?

Vogliamo ammettere che questa creatura sia il demonio? Andandole incontro le ho detto: "È uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo...".

Cosa può succedere? Montaggi faziosi? Risatine del fesso di turno in sala? Avete paura che scalfiscano la mia immagine?

Sentite: io ormai purtroppo mi sento vostro, come sento voi miei. Capisco che sono diventato anche una vostra risorsa, una vostra speranza, una vostra bandiera. Però, insomma, rilassatevi.

Punto primo, se qualcuno mi sputtana (in conseguenza o meno di un'imboscata preparata scientificamente), la cosa riguarda soprattutto me, e per quanto mi riguarda me ne fotto, perché so (io so) che chi dovesse provarci si farebbe più male di quanto ne farebbe a me.

Punto secondo, pensate positivo, per favore! A me non piace pensare che chi mi viene incontro lo faccia con intenzioni necessariamente maliziose. Ribadisco il concetto: siamo sotto raffica, ma il vento sta per cambiare, e cambierà bruscamente, e in modo imprevisto. Chi non è scemo si tiene basso, perché il boma è duro (e non puoi inchiodarlo). E siccome non stiamo parlando di scemi, sono ragionevolmente certo che non ci sia troppa intenzionalità maliziosa (o comunque questo è quello che auguro a tutti).

Punto terzo, non vi ho detto che vado in trasmissione, ma che ho rilasciato una breve intervista (su Grillo, se vi interessa il tema), e ovviamente siete liberi di non guardarla! Vi sto dicendo sempre di meno quello che faccio, perché per gli annunci uso Twitter, e vi ho raccontato l'episodio solo perché era divertente e comunque significativo: testimonia di un'attenzione al nostro messaggio che un anno fa era impensabile, e che è merito mio e vostro (e di nessun altro, nemmeno di Draghi!). Motivo di più per pensare positivo.

Dice: "Ma Boldrin farà il risolino!" Ah sì? Perché c'è lui in trasmissione? Allora sì che mi dispiace essere a Orléans. Ma devo organizzare con il board dell'INFER il prossimo convegno annuale, e venerdì mattina presento un mio paper. E poi, scusatemi, posso chiedere sentitamente il vostro aiuto? Mi aiutate a dire: e 'sti cazzi? Fatelo ridere! Uno che non sa nemmeno a quale parità siamo entrati nell'euro, suvvia...

Quindi, sinceramente, non capisco di cosa minchia vi preoccupiate.

A Nat però voglio dire che le voglio bene, e che lei, anche se temo non abbia capito molto, non sarà mai Saniette, perché io non sarò mai M. Verdurin, e nemmeno Mme. Verdurin, se è per questo. Sarò Palamède de Guermantes, detto anche Taquin le Superbe. Del resto, si sa che i fiorentini son preceduti da una buona fama: basta leggere la vita di Benvenuto Cellini per farsene un'idea. Quindi tout se tient. Il che, peraltro, rassicurerà anche chi teme che io possa cadere vittima delle lusinghe del maligno in gonnella.

Una cosa però voglio dirvela, in anteprima, a voi, e non su Twitter. Il 17 agosto sarò al Festival di Asiago per un programma su Haendel con Musica Perduta. Ringrazio dal profondo del cuore Roberto Brazzale che imponendomi questo vincolo esterno mi ha costretto a incrementare la mia produttività musicale. Se poi venite, mi farà piacere (ingresso libero), e per una volta potremo parlare d'altro. Ogni tanto fa bene farlo.

E ora, perché possiate rilassarvi, vi offro Palestrina.




(e voi pensate che a uno che ha avuto l'onore di accompagnare in concerto Francis Colpron possa fregargliene dei peti di uno che nemmeno sa a che parità siamo entrati in gabbia? Ma allora volete proprio che tiri fuori il mio lato oscuro: j'ai tout de suite vu... )

lunedì 27 maggio 2013

Schio

Lo spritz macchiato con Giulia Innocenzi (e soprattutto la troupe) non ha prezzo. Per tutto il resto c'è Mastercard, ma io purtroppo ho la VISA...


(allora, vi spiego. A dicembre mi chiama la redazione di Santoro. Dico: "va bene, allora vediamoci". Sapete per che giorno era previsto? Questo. Bene. Io tornavo da qui, stramazzo a letto, cercando di capire come avrei potuto organizzare la logistica - una macchina a Casal Bertone fino a Cinecittà... - quando suona il cellulare: "Sono Tizio della redazione, purtroppo dobbiamo fare una puntata su Berlusconi". E io: "Guardi, non sa che piacere mi fa, sono molto stanco, non si preoccupi, non deve scusarsi." Era successo che Berlusconi aveva fatto un discorso geniale, questo. Geniale perché nessuno ci aveva capito un cazzo, da cui la necessità di esegesi santoriana. E io, dopo aver avvolto i due cadaveri di Ferrero e Gianni nel sudario delle rispettive menzogne, ero così potuto andare in pizzeria con Oscar Dabbagno e con un altro che non mi ricordo.

Poi si son rifatti sotto a marzo. Io ero a Rouen. Odo una gentile voce femminile al telefono: "Sono Giulia Innocenzi di Servizio Pubblico" - a Simo', stai a rosica', eh? - "Abbiamo visto che lei presenta il suo libro a Bruxelles e vorremmo passare a intervistarla". E io, tetragono come Ulisse al canto delle sirene: "Dottoressa, lei non sa quanto mi costi dirle questo, ma sinceramente preferirei che lei non si disturbasse". E lei: "Ma devo comunque andare in Germania, passo da lì". E io: "Guardi, glielo dico meglio: se viene lei, non vengo io". Con la morte nel cuore, ovviamente - tu mme capisci, Simo'.

Poi si son rifatti sotto a maggio. Ero a Roma, squilla il cellulare, un nome noto. "Professore, la vorremmo in trasmissione la settimana prossima". E io, obbediente: "Va bene, sono in Italia, a disposizione." E la redattrice: "Ma lei ha previsto altre apparizioni televisive la settimana prossima?" E io: "Ma guardi, veramente no, perché dopo Gerardo Greco e quella storia del mazzo di carte avrei deciso di mandarvi tutti al diavolo." E lei: "Bene, perché sa, ci teniamo ad avere l'esclusiva...". Allora: io ero lunedì a Pescara, martedì a Roma per questo, poi mercoledì a Pescara per questo, poi giovedì avevo una presentazione del libro e avrei dovuto prendere una macchina per andare da loro... Per poi tornare venerdì a Pescara per fare lezione! Un delirio! Ma avevo accettato perché mi erano sembrati veramente interessati. Vi ricordate quando vi avevo chiesto questo? Era perché la redazione mi aveva chiesto dei grafici, e volevo capire da voi quali potessero essere più efficaci.

A proposito! Qualche giorno fa mi telefona uno che credevo intelligente, e che invece è un ominicchio, e mi dice: "Sai cosa ho pensato quando hai chiesto quella cosa dei grafici? Che tu volessi vedere se eravamo ancora infiltrati dal pensiero donaldiano...". E a questa osservazione ho capito quanto quella persona fosse mediocre e quanto avevo fatto bene a sputarla dalla mia bocca. Come può venire l'idea che io vi faccia una richiesta per effettuare una pulizia etnica del blog? Come si può pensare che a me freghi qualcosa di quello che pensate (siete liberi!) e che, laddove mi interessi, ricorra a metodi indiretti e subdoli per accertarlo? Quanta mediocrità, quanta mancanza di personalità in una supposizione simile... Se vi chiedo un consiglio è perché voglio un consiglio, è perché mi fido di voi, è perché ho imparato da voi, e questa (oltre a un trascurabile, impercettibile pizzico di narcisismo) è la mia forza: voi. Questo non capiranno i mediocri, che si ammantano di umiltà, ma che in realtà pensano di essere fuuuuuuurbi, e di avere le "loro" idee, delle quali sono gelosi, oh! quanto gelosi! Poveracci... Hanno sbagliato tutto in vita loro, e non vivranno abbastanza per pentirsi del loro ultimo errore... Ma non angustiamoci, andiamo avanti con l'aneddoto.

Dunque: io preparo i grafici (un sabato di lavoro), li mando, poi martedì: "Professore, purtroppo non possiamo fare la puntata perché dobbiamo occuparci di Berlusconi". Sì, perché c'era stata quella storia del processo delle mignotte, per cui er Santoro doveva fare la puntata con la Santanché e una mignotta - o viceversa. Io, fedele al principio che chi mi chiama mi fa un favore e chi non mi chiama me ne fa due, prontamente replico:


Da: alberto.bagnai@fastwebnet.it
Data: 13/05/2013 22.39
Ogg: Re: R: Sintesi e grafici

Non si preoccupi, per me è una fatica in meno. Come dico sempre, se ho torto, meglio non perder tempo, e se ho ragione mi richiamerete!


Infatti, prontamente mi riinvitano per il 30. E però:



Da: alberto.bagnai@fastwebnet.it
Data: 15/05/2013 13.35

Ogg: Re: R: Re: R: Re: R: Sintesi e grafici

Mi dispiace, sarò in Francia!

Ma l'interesse c'era, infatti rilanciano:


Il 21/05/2013 19:54, ha scritto:
Buonasera professore come sta? Non potendola ospitare in studio per l'ultima puntata prima che parta vorremmo se lei fosse disponibile farle un'intervista . Domani verrà contattato dalla mia collega Giulia Innocenzi così da potervi mettere d'accordo.
Grazie e buona serata
 
E io:

Non prendetemi per (troppo) misogino, ma temo che per la seconda volta dovrò rinunciare al piacere di incontrare la dottoressa Innocenzi perché da qui al 2 giugno sono sballottato per l'Italia (da Matera a Schio) e la Francia (Parigi, Rouen, Orléans). Penso che mi sarà difficile quindi organizzarmi per un'intervista. Io vi ringrazio comunque moltissimo per l'interesse e per l'offerta, e non dispero di potervi un giorno conoscere: più passerà il tempo, e più gli italiani e i loro media saranno costretti ad ammettere che la vita sessuale del simpatico settuagenario, per quanto interessante possa essere per alcuni, è stato un problema di un ordine di grandezza lievemente inferiore rispetto all'euro. Io sarò sempre a disposizione per spiegare a chi lo vorrà quello che nel frattempo avrà già capito da solo! Confido che a quel punto sarà più facile per voi "consolidare" il palinsesto, e anche per me esprimermi (dato il maggior livello di consapevolezza che forzatamente il pubblico avrà raggiunto).

I migliori auguri di buone vacanze a tutta la redazione!

Alberto

 

Mi permettete di intercalare un aneddoto? Quando arrivai a Pescara il mio direttore di dipartimento, che avete conosciuto al Goofycompleanno, non sapeva troppo bene cosa pensare di me. Sul lavoro sono schivo, corretto, presente ma muto - difficile immaginarlo, lo so. Accadde che un giorno, in un consiglio di facoltà, il direttore di un altro dipartimento fece un'osservazione sul modo in cui avevamo gestito una certa risorsa. Il direttore del mio dipartimento prese la parola e fece un intervento piuttosto articolato. Al termine, mi accostai a lui e gli dissi: "Piergiorgio: un intervento bellissimo! Fra le righe si leggeva esattamente: 'fatti gli affari tuoi!'" Ecco: l'arte di scrivere, e leggere, fra le righe, è un'arte preziosa. Se ora rileggete la mia ultima lettera, fra le sue righe potrete trovare scritto qualcosa di simile a "vaffanculo", e potrebbe non essere una mera impressione.

Riprendiamo.

Allora: Matera, Roma, Pescara, Roma, Padova, Schio...

Entro in sala, e penso (perché l'omo è omo): "Anvedi la giovane imprenditrice!". Poi un lampo mi trafigge la mente: "Minchia noooooo! Pure qua!" Eh già! (Simone, capito come si fa? Si scappa: ha funzionato con @rockapasso e con @giuliainnocenzi - in no particular order - quindi se funziona con persone così diverse, si vede che funziona: tu corri, qualcuna ti inseguirà...) Allora dal palco provo a fare il simpatico. Rispose la feroce: c'est moi.

Il resto ve lo vedete giovedì. E naturalmente, occhio. Perché voi sapete che noi abbiamo vinto. Loro non lo sanno. Se sarà sgambetto, poi, con calma, faremo i conti... Dovranno chiamare loro, e a quel punto dipenderà da come si saranno comportati - non tanto loro, quanto i cialtroni terroristi che sicuramente non si faranno mancare in studio. Conto sulla vostra affettuosa recensione: sono compagni che sbagliano, ma non potranno continuare a lungo...)






sabato 25 maggio 2013

Manifesto di solidarietà europea



Bruxelles, 24 gennaio 2013

Solidarietà europea di fronte alla crisi dell’Eurozona

La segmentazione controllata dell’Eurozona per preservare le conquiste più preziose dell’integrazione europea.

La crisi dell’Eurozona mette a rischio l’esistenza dell’Unione Europea e del Mercato Comune Europeo.

La creazione dell’Unione Europea e del Mercato Comune Europeo si colloca fra le maggiori conquiste dell’Europa post-bellica in campo politicoed economico. Il notevole successo dell’integrazione europea è scaturito da un modello di cooperazione che beneficiava tutti gli stati membri, senza minacciarne alcuno.
Si era ritenuto che l’euro potesse essere un altro importante passo avanti sulla strada di una maggiore prosperità in Europa. Invece l’Eurozona, nella sua forma attuale, è diventata una seria minaccia al progetto di integrazione europea.
I paesi meridionali dell’Eurozona sono intrappolati nella recessione e non possono ristabilire la propria competitività svalutando le proprie valute. D’altra parte, ai paesi settentrionali si chiede di mettere a rischio i benefici delle proprie politiche finanziarie prudenziali, e ci siaspetta che in quanto “benestanti” finanzino i paesi del Sud attraverso infiniti salvataggi. Questa situazione rischia di portare allo scoppio di gravi disordini sociali nell’Europa meridionale, e di compromettere profondamente il sostegno dei cittadini all’integrazione europea nell’Europa settentrionale. L’euro, invece di rafforzare l’Europa, produce divisioni e tensioni che minano le fondamenta stesse dell’Unione Europea e del Mercato Comune Europeo.

Una strategia nel segno della solidarietà europea

Riteniamo che la strategia che offre le migliori possibilità di salvare l’Unione Europea, la conquista più preziosa dell’integrazione europea, sia una segmentazione controllata dell’Eurozona attraverso l’uscita, decisa di comune accordo, dei paesi più competitivi. L’euro potrebbe rimanere – per qualche tempo – la moneta comune dei paesi meno competitivi. Ciò potrebbe comportare in definitiva il ritorno alle valute nazionali, o a differenti valute adottate da gruppi di paesi omogenei. Questa soluzione sarebbe un’espressione di vera solidarietà europea. Un euro più debole migliorerebbe la competitività dei paesi dell’Europa meridionale e li aiuterebbe a uscire dalla recessione e tornare alla crescita. Ridurrebbe anche il rischio di panico bancario e il collasso del sistema bancario nei paesi dell’Europa meridionale, che potrebbe verificarsi se questi fossero costretti ad abbandonare l’Eurozona o decidessero di farlo per pressioni dell’opinione pubblica nazionale, prima di un abbandono dell’Eurozona da parte dei paesi più competitivi.
La solidarietà europea sarebbe ulteriormente sostenuta trovando un accordo su un nuovo sistema di coordinamento delle valute europee, volto alla prevenzione di guerre valutarie e di eccessive fluttuazioni dei cambi fra i paesi Europei.
Naturalmente sarebbe necessario, in almeno alcuni dei paesi meridionali, un abbuono (haircut) deidebiti. La dimensione di questi tagli e il loro costo per i creditori,tuttavia, sarebbero inferiori rispetto al caso in cui questi paesi restassero nell’Eurozona, e le loro economie continuassero a crescere al disotto del proprio potenziale, soffrendo una elevata disoccupazione. Posta in questi termini, l’uscita dall’Eurozona non implicherebbe che le economie più competitive non debbano sopportare un costo per la diminuzione dell’onere del debito dei paesi in crisi. Tuttavia, ciò accadrebbe in circostanze nelle quali il loro contributo aiuterebbe quelle economie a tornare a crescere, al contrario di quanto accade con gli attuali salvataggi, che non ci stanno portando danessuna parte.

Perché questa strategia è così importante?

Non occorre dire che è nostro comune interesse che l’Unione Europea torni alla crescita economica – la migliore garanzia per la stabilità e la prosperità dell’Europa. La strategia di segmentazione controllata dell’Eurozona faciliterà il conseguimento di questo risultato nei tempi più rapidi.

I firmatari

Alberto Bagnai (@AlbertoBagnai) – Professore associato di politica economica presso il Dipartimentodi Economia dell’Università Gabriele d’Annunzio a Pescara (Italia), e ricercatore associato al CREAM (Centro diricerca in economia applicata alla globalizzazione, Università di Rouen). I suoi interessi di ricerca si concentrano sulla sostenibilità del debito pubblico ed estero nelle economie emergenti; ha lavorato come consulente per l’UNECA (Commissione Economica per l’Africa delle Nazioni Unite) su progetti relativi alla convergenza macroeconomica delle unioni monetarie in Africa. Per contribuire alla divulgazione dei temi economici ha aperto nel novembre del2011 il blog goofynomics.blogspot.it e contribuisce a “Il Fatto Quotidiano” come opinionista e blogger. Il suo ultimo libro “Il tramonto dell’euro”, pubblicato nel 2012, ha riacceso in Italia il dibattito su costi e benefici dell’Eurozona. Alberto Bagnai è cittadino italiano.

Claudio Borghi Aquilini (@borghi_claudio)– Professore incaricato di Economia degli Intermediari Finanziari presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. La sua esperienza lavorativa lo ha portato a occupare posizioni manageriali di spicco nel settore finanziario in Italia. Ha lavorato per Deutsche Bank Italia a Milano (2001-2008) e prima per Merril Lynch. Attualmente collabora con “Il Giornale” come opinionista. Claudio Borghi Aquilini è cittadino italiano.

Brigitte Granville – Professore di Economia Internazionale e Politica Economica alla School of Business and Management dell’Università Queen Mary di Londra, dove dirige il Centro di Ricerca sulla Globalizzazione (CGR). In diverse occasioni è stata consulente su temi economici – in particolare, politica monetaria – per vari paesi emergenti o in via di sviluppo, fra i quali la Russia, il Kazakistan, l’Ucraina, l’Uzbekistan e la Costa d’Avorio, per conto dei rispettivi governi, o di organizzazioni pubbliche quali la Commissione Europea o la Banca Mondiale. Nel triennio 1992-1994 Brigitte è stata membro del team di consulenti economici del Ministero delle Finanze russo, diretto dal professor Jeffrey Sachs. In quel periodo ha svolto un ruolo guida nel motivare la necessità di uno smantellamento dell’area del rublo, che comprendeva diverse repubbliche sovietiche, in seguito al collasso dell’Unione Sovietica. Il suo ultimo libro, “Remembering inflation”,è stato pubblicato dalla Princeton University Press. Cittadina francese, Brigitte Granville ha ricevuto nel 2007 l’onorificenza di Chevalier des Palmes Académiques – accordata dal governo francese per onorare contributi significativi allo sviluppo della cultura.

Hans-Olaf Henkel (@HansOlafHenkel)– Professore di Management Internazionale all’Università di Mannheim, già presidente della Confindustria tedesca - BDI (1995-2000). Ha lavorato in IBM dal 1962, ha diretto IBM Germania (1987-1992), poi è stato amministratore delegato di IBM Europa (1993-94). Dal 2001 al 2005 è stato presidente dell’associazione Leibniz. Commendatore della Legion d’onore nel 2002. Hans-Olaf Henkel è cittadino tedesco.

Stefan Kawalec – Amministratore delegato di Capital Strategy, una società polacca di consulenza strategica. Dal 1989 al 1994 ha svolto un ruolo significativo nella preparazione e nell’implementazione del piano di stabilizzazione e trasformazione dell’economia polacca come capo dei consulenti del Vice primo ministro e Ministro delle Finanze Leszek Balcerowicz,e successivamente come sottosegretario alle Finanze. È stato membro attivo dell’opposizione democratica e del movimento Solidarność sotto il regime comunista in Polonia. È co-autore dell’articolo “Smantellamento controllato dell’Eurozona: una strategia per salvare l’Unione Europea e il Mercato Comune Europeo”, German Economic Review, Febbraio 2013. Stefan Kawalec è cittadino polacco.

Jens Nordvig – Managing director di Nomura, la banca di investimento globale, dove dirige la Fixed Income Research, ed è capo delle strategie valutarie globali. In precedenza ha lavorato come Senior Currency Strategist alla Bridgewater Associates, e come Senior Global Markets Economist presso Goldman Sachs. Nel 2012 si è classificato primo nella categoria “ricerca sui mercati valutari” nella rassegna Institutional Investor. Jens Nordvig è cittadino danese.

Ernest Pytlarczyk – Economista capo alla Banca BRE (sussidiaria della Commerzbank, e terza banca commerciale della Polonia), dove dirige il dipartimento ricerca. Ha cominciato la propria carriera come analista finanziario alla BRE nel 2002, ès tato assistente all’Università di Amburgo (Istituto per il Ciclo Economico) e ricercatore presso la Deutsche Bundesbank. Coautore dell’articolo “Smantellamento controllato dell’Eurozona: una strategia per salvare l’Unione Europea e il Mercato Comune Europeo”, German Economic Review, Febbraio 2013. Ernest Pytlarczyk è cittadino polacco.

Jean-Jacques Rosa – Professore Emerito di Economia e Finanza all’Institut d’Etudes Politiques (Parigi). Coordinatore e fondatore del dottorato in economia di Sciences Po a Parigi dal 1978 al 2004. Curatore della rubrica economica “Cheminement du Futur” su Le Figaro dal 1987 al 2001. Ha ottenuto nel 1995 il premio “Economista dell’anno” dal Nouvel Economiste.Jean-Jaques Rosa è cittadino francese.

Jacques Sapir (@russeurope) –Professore di economia presso la Scuola di Alti Studi in Scienze Sociali (EHESS) e professore visitatore presso la MSE di Mosca. Ha studiato scienze politiche e economia all’IEP di Parigi e ha scritto la sua tesi sulle politiche del lavoro nell’Unione Sovietica nel periodo fra le due guerre mondiali, e la tesi di dottorato sul ciclo degli investimenti nell’Unione Sovietica nel periodo postbellico. Ha lavorato all’università di Nanterre prima di entrare all’EHESS dove è diventato direttore del Centro di Studi sui Modi di Industrializzazione (CEMI) nel 1997. È stato fra i pochissimi economisti a prevedere il crac russo del 1998. Da allora si è specializzato sul modello economico russo e sulle conseguenze macroeconomiche dell’Unione Economica e Monetaria. Conduce un blog piuttosto frequentato http://russeurope.hypotheses.org. I suoi ultimi libri: “Faut-il sortir de l’euro?”, Parigi: Le Seuil, 2012 (tradotto in italiano); “La transition vingt ans après” (con Ivanter, Kuvalin andNekipelov), Parigi-Ginevra, Les Syrtes, 2012 (in corso di traduzione in russo). Jacques Sapir è cittadino francese.

Juan Francisco Martín Seco – Docente universitario di Introduzione all’economia, Teoria della Popolazione, e Finanza pubblica. Appartiene all’ordine dei Revisori dei conti (Ministero delle Finanze spagnolo) e al servizio di vigilanza delle cooperative di credito del Banco de España. Ha prestato servizio come Revisore dei conti dell’Amministrazione centrale e del Ministero delle Finanze. Opinionista per diversi giornali e riviste: “El Pais”,“Cinco Dias”, “Gaceta de los nogocios”, “Diario 16”. Ha fatto parte del comitato di redazione di “El Mundo” e di “Publico”. Attualmente è editorialista per “República”. Autore di numerosi libri, fra i quali: “La trastienda de la crisis” (2010), “¿Para qué servimos los economistas? (2010), “Economía.Mentiras y trampas” (2012), “Contra el euro” (2013). Juan Francisco MartínSeco è un cittadino spagnolo.

Alfred Steinherr – Professore presso la facoltà di Economia e Management della Libera Università di Bolzano, della quale è stato fondatore (1998-2003). In precedenza, economista e direttore generale del dipartimento per l’economia e l’informazione della Banca Europea degli Investimenti, Lussemburgo (1995-2001). Ha fatto parte del Dipartimento di ricerca del Fondo Monetario Internazionale a Washington, e consulente economico della Commissione Europea. Alfred Steinherr è cittadino tedesco.


(qui il sito ufficiale del manifesto, con altri materiali interessanti).

martedì 21 maggio 2013

Dedicato al platelminto

Stordito dal rosato e dall'odore del gelsomino dedico un affettuoso pensiero a un amico che ci ha fatto esilarare. Avremmo voluto farne, perché tale è la nostra indole, ma se proprio ci costringete, riluttanti, non faremo prigionieri.




Matera

Mercoledì 22 alle 17:30 al palazzo della Provincia...

lunedì 20 maggio 2013

Dal vangelo secondo il PUDE...



g.b.06 maggio 2013 12:09

«Signore, quante volte dovrò far pagare la benzina al mio fratello, se svalutacompetitivamente contro di me? Fino a sette volte?».

22 E Plateroti gli rispose: «Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette».




(grazie. Sono stanco marcio, domani devo andare fino a Matera - perfino Gesù Cristo si era fermato a Eboli, cazzo! - ho fatto il segretario tutto il porco giorno, non tocco strumento, non tocco libro, non tocco niente - esatto! - sto solo inchiodato a 'sto cazzo di computer, non ne posso più. Poi però mi arrivano commenti come questo, e penso che anche se non posso farcela, ce la devo fare. Quindi ce la farò, ce la faremo. Come ho chiarito altrove, abbiamo vinto).

Final call for passenger Relic Hunter...

Carissimi cacciatori di reliquie, carissimi lettori ansiosi di farvi la foto, di avere la firma, di stringere la mano, ecc., mi rivolgo a voi, con solidarietà, riconoscenza e affetto. Mi piace che questo sia anche un posto dove si stringono relazioni umane e si rafforzano le difese immunitarie (via scambio di batteri vari). Mi duole quindi dovervi recare delle notizie cattive, anzi, pessime!

Con tutto il bene che vi voglio, sono giunto (anzi, c'ero giunto prima) alla conclusione che in effetti l'efficacia della mia azione richiede che io giri di meno e pensi di più. Tra l'altro, anche se lo staff si sta consolidando, capirete che non posso passare la vita a fare il segretario di me stesso. Quindi l'agenda si è chiusa. La risposta standard è diventata "le faremo sapere, chiamiamo noi" (copyright di un mio grande amico: appppproposito, Giorgione, vedo che la Bergamasca ti è piaciuta...). Domandare sarà sempre lecito, ma necessariamente mi occorrerà essere più selettivo.

Vi annuncio allora qui (poi lasciamo perdere, per gli annunci c'è Twitter @AlbertoBagnai) i prossimi appuntamenti, in modo rapido che il tempo è purtroppo poco, perché possiate regolarvi, indossare il saio, impugnare il bastone del pellegrino, intascare la digitale, e avviarvi lungo la via Francigena...


Matera, 22 maggio

Presso la Sala Consiliare della Provincia, Via Ridola 60, alle ore 17:30 "L'euro come metodo di governo - analisi della crisi e possibili vie d'uscita", organizzato dal comitato APE.


Roma, 8 giugno

Presso la Sala LABCOM, Via Ridolfino Venuti 34/A, alle ore 17:00 "Sovranità economica e libertà democratiche", organizzato dalla Segreteria Nazionale dell'Unione Monarchica Italiana.


Viterbo, 6 luglio

Nell'ambito del progetto Caffeina, alle ore 18:30,  "Il tramonto dei diritti. La democrazia in Europa al tempo della crisi", con la partecipazione di Lidia Undiemi, Edoardo Chiti, e un altro che non si sa chi sia (spero sia Giannino).


(Bene. Ora sapete tutto, et de hoc satis. I simpatici attaccatori di etichette potranno esercitarsi nel loro giochetto preferito: "Bagnai è monarchico!". Certo: e sellino, berlusconiano, grillino, bocconiano. Chissà se sono io ad avere tante etichette, o voi ad averne una sola, quella degli ellissoidi di rotazione? Sarà la storia a dirlo. Per il momento posso dirvi che io incontro tutti, ma persone più farisaicamente "a destra" di quelle che ho visto qui credo di non averne incontrate da nessuna parte. E Dio solo sa quanto avrei preferito che le cose stessero in un altro modo - il che non mi impedisce, come impedisce a loro, di prendere atto della realtà: l'euro è fascista, e loro lo hanno difeso e forse ancora lo difendono...).

sabato 18 maggio 2013

Che anno difficile...

- Dunque, egregia signorina - incominciò il vecchio, chinandosi sul quaderno da presso alla figlia, mentre con un braccio s'appoggiava alla spalliera della sedia, su cui la giovane principessa sedeva, cosicché quest'ultima si sentiva circondata d'ogni parte da quell'odore del padre, di tabacco e di senile acidità, che da tanto tempo le era noto. - Dunque, egregia signorina: questi triangoli sono uguali: come vedi, l'angolo abc...

La giovane principessa sogguardava spaventata, così prossimi a lei, gli occhi sfavillanti del padre; le chiazze rosse le si erano diffuse sul viso, ed era evidente che non capiva nulla, e che, tant'era intimorita, l'orgasmo le avrebbe impedito di capire tutte le ulteriori spiegazioni del padre, per quanto perspicue potessero essere. Fosse colpa del maestro, o fosse colpa dell'allieva, fatto sta che tutti i giorni si ripeteva la stessa cosa: alla giovane principessa s'intorbidavano gli occhi, non vedeva più, non udiva più nulla, si sentiva soltanto, così a ridosso, il viso asciutto e severo del padre, sentiva il suo fiato e il suo odore, e pensava, soltanto, al modo di uscire al più presto da questo gabinetto, e poi in camera sua, a suo agio, capire il problema. Il vecchio perdeva la pazienza: rumorosamente scostava e riaccostava la sedia su cui stava seduto, si faceva forza per non andare in collera, e da ultimo, quasi ogni volta finiva per andarci; rompeva in male parole, e perfino scaraventava via il quaderno.

La giovane principessa diede una risposta sbagliata.

- Ah, eppoi non saresti stupida! - scattò il principe, scansando il quaderno e rapidamente voltandosi dall'altra parte; ma subito s'alzò, fece due passi per la stanza, venne a sfiorar con le mani i capelli della figlia, e si rimise a sedere.



(il principe Nicola studia geometria con la principessina Maria. Degna chiusa di una settimana cominciata con il TFA, dove ho appreso dai tirocinanti che per gli studenti del commerciale "ameno" significa desolato, spoglio - perché "ha meno" di qualcosa - e via dicendo. Serve anche a illustrare il concetto di modello. Quanta verità in queste poche righe, e chi non ci è passato (vero, Cristinuccia)? Ma naturalmente un modello, per quanta verità contenga, non può sovrapporsi alla realtà - senza per questo cessare di essere utile. Nel caso specifico, io puzzo di meno del vecchio Nicola - ma sono sempre in tempo a recuperare - e ho un carattere molto peggiore (c'è anche la dimensione primadonna isterica à la Charlus), mentre Uga è molto, ma molto, ma molto, ma molto più bella della principessa Maria, che comunque, come sapete, alla fine trovò anche lei l'amante del genere: un altro Nicola, quello del tremendo limite dell'ignoto e del terrore ecc. Il problema è sempre quello di far incontrare la domanda con l'offerta...)

mercoledì 15 maggio 2013

Menzogna e verità (prove tecniche di interclassismo)

(questo è il passo di Dostoevskij che ho letto ieri sera alla libreria asSAGGI, il post precedente vi chiarirà a sufficienza perché me l'ero portato, I know my chickens...)

Era molto debole, ma non perdeva ancora la conoscenza. Sofia Matvejevna s'alzò, credendo che volesse addormentarsi. Ma lui la fermò:

"Amica mia, ho mentito per tutta la vita. Anche quando dicevo la verità. Non ho mai parlato per la verità, ma solo per me, lo sapevo anche prima, ma lo vedo solo ora... Oh, dove sono quegli amici che io ho offeso con la mia amicizia per tutta la vita? E tutti, e tutti! Savez-vous, io forse mento anche ora; probabilmente mento anche ora. Il più è che anch'io credo a me stesso quando mento. La cosa più difficile nella vita è vivere senza mentire... e... e senza credere alla propria menzogna, sì, sì, è questo! Ma aspettate, tutto ciò, poi... Insieme, insieme!" aggiunse con entusiasmo.

"Stepan Trofimovic", pregò timidamente Sofia Matvejevna, "non si dovrebbe mandare in provincia per il medico?"

Fu terribilmente colpito.

"Perché? Est-ce que je suis malade? Mais rien de sérieux.  E poi che bisogna abbiamo noi di gente estranea? Potrebbero ancora sapere e che cosa sarebbe allora? No, no nessuno d'estraneo, insieme, insieme!"

"Sapete," disse, dopo qualche silenzio, "leggetemi ancora qualche cosa, così, a scelta, qualcosa, dove cade l'occhio."

Sofia Matvejevna aprì il libro e cominciò a leggere.

"Dove s'aprirà, dove s'aprirà a caso," ripeté Stepan Trofimovic.

"Ed all'angelo della chiesa di Laodicea scrivi..."

"Cos'è? Cos'è? Di dov'è?"

"È dall'Apocalisse."

"O, je m'en souviens, oui, l'Apocalypse. Lisez, lisez, io mi son messo a indovinare dal libro il nostro avvenire; voglio sapere che cosa è venuto fuori; leggete cominciando dall'angelo, dall'angelo."

"Ed all'angelo della chiesa di Laodicea scrivi: così dice l'Amen, testimone fedele e verace, principio della creazione di Dio. Conosco le tue opere; tu non sei freddo, né ardente: oh, se fossi freddo o ardente! Ma se tu sei tiepido e non ardente, né freddo, ti rigetterò dalla mia bocca."




(e questa è la lettera che ho ricevuto questa mattina da un amico imprenditore.)

Caro Alberto,
 
Ti seguo sul blog ogni volta che posso, ma mi astengo dal pubblicare commenti per paura di ripetere cose già dette ed ingolfare inutilmente i post.
 
Vedendo la situazione insostenibile in cui si sta trovando la mia azienda, a causa di una pressione fiscale folle ed oscena e di una competizione di prezzo al limite del suicidio, dovuta ai ben noti motivi, leggi EURO, non riesco più a dedicare tempo ed energie al mio progetto di teoria economica per il XXI secolo, un progetto folle e forse al di là delle mie scarse competenze, ma già il fatto che tutte le energie ed il tempo delle persone, siano imprenditori o lavoratori dipendenti, siano impegnati nella mera sopravvivenza quotidiana, senza possibilità di fermarsi MAI un momento per pensare, ti dimostra che questo è un vero PROGETTO complessivo di smantellamento economico, sociale e culturale.
 
Se nessuno ha mai tempo di pensare perchè oberato ed ossessionato dal lavoro (spesso creato ad arte con assurdi adempimenti burocratici e corsi di aggiornamento obbligatori etc), ecco che nessuno ha tempo di pensare ed ognuno dedica il poco tempo libero a cercare di riprendersi, senza pensare a nulla, ma estraniandosi dalla situazione economica, sociale e politica complessiva.
 
Se avessimo tutti un giorno di tempo per pensare, un giorno da dedicare alla riflessione al confronto ed al dibattito, ci renderemmo conto di molte cose e scoppierebbe una rivoluzione la mattina stessa.
 
Ecco che allora la burocratizzazione delle piccole e medie imprese ed i massacranti “corsi” obbligatori per dipendenti ed imprenditori sono funzionali allo scopo di privarci delle energie fisiche e mentali per pensare.
Ecco perchè tutti parlano di diminuire la “burocrazia” ed i “lacci e lacciuoli” che incatenano le imprese ed il lavoro, ma la normativa va sempre e comunque in senso diametralmente opposto. Con buona pace dei defunti come Montanelli e dei vivi come Oscar Giannino (e mi scuso con Indro per l’inqualificabile paragone).
 
La gente che pensa non subisce, quindi bisogna togliere spazio al pensiero e riempire il poco tempo libero di persone affamate di riposo con il vuoto pneumatico del “Grande Fratello”, (nomen omen, Orwell è quanto mai attuale oggi) o di show, anche politici stile Ballarò o Report, funzionali all’autopreservazione del potere. 
Facci caso ogni volta c’è un nemico cattivo: il debito pubblico, la corruzione, l’evasione fiscale, l’imprenditore evasore e sfruttatore, la Cina e via pontificando: “se tutti pagassero le tasse il debito pubblico non esisterebbe”, ma ora che le redini sull’evasione di sopravvivenza dei piccoli e medi imprenditori sono state tirate le imprese, strozzate dal fisco chiudono.  A dimostrazione che si evadeva per sopravvivere ad un vero e proprio ladrocinio fiscale e che le entrate non possono crescere sempre e comunque “a richiesta”.
 
Dopo 91 anni la mia impresa rischia seriamente di chiudere, io ho finito le riserve e tra poco lo stato mi chiederà l’IMU sull’immobile (strumentale) dove svolgo la mia attività raddoppiando il costo che già col passaggio dall’ICI all’IMU era raddoppiato l’anno scorso, impedendomi oltretutto di scalare questa spesa dal reddito d’impresa al pari di ciò che succede con l’Irap.
 
Il tutto in un momento in cui stiamo combattendo una guerra dei prezzi con i nostri concorrenti esteri, una guerra persa perchè col cambio sopravvalutato devi solo vendere sottocosto per stare sul mercato.
 
Scusami per lo sfogo, ma al di là di tutto credo che fra un anno, rebus sic stantibus, ci troveremo in una situazione peggiore della Grecia con un tessuto produttivo devastato e persone alla fame, fame vera.
Sono “razionalmente disperato”, perchè non vedo dibattito pubblico, salvo pochi blog su internet che, con buona pace di tutti, non incidono come può ancora fare la TV o la Stampa che continuano a dare un’informazione a “senso unico”. È vero hai partecipato a qualche dibattito TV, ma sono “diritti di tribuna” in un mare di voci a senso unico ed intanto l’economia muore e l’Italia muore e la nostra civiltà muore.
 
Sono troppo pessimista? dimmelo tu, come imprenditore sono ottimista di natura, ma non sono stupido, vedo le cose e vedo che perdiamo tempo senza averne più.
 
Se Enrico Letta avesse detto: ci riprendiamo la Banca d’Italia nazionalizzandola (leggi espropriandola ai soci privati), dettandogli la politica monetaria ed obbligandola a comprare i titoli di stato invenduti in modo da annullare lo spread ed inoltre rimettiamo in vigore la vecchia legge bancaria degli anni trenta e se qualcuno in Europa ha qualcosa da ridire usciamo dall’euro, ecco allora avrei potuto ricominciare a sperare.
 
Manca il guizzo, il colpo d’ala, se è vero che tutti sanno che questa è l’unica soluzione la domanda è perchè? Perchè non la si applica?
 
Domande senza risposta ed ogni giorno 200 aziende muoiono e 2000 persone perdono il lavoro e 2000 famiglie si trovano in mezzo ad una strada, ogni maledetto giorno ed ogni maledetto giorno sento dire le stesse cose nelle stesse trasmissioni TV e leggo le stesse cose sugli stessi giornali e fra un anno quando il disastro sarà completo ci diranno ancora che è colpa nostra che siamo stati delle cicale che lavorare 14 ore al giorno come abbiamo fatto negli ultimi 10 anni non basta e che se adesso ci ridurranno in schiavitù per ripagare i debiti sarà stato solo per colpa nostra.
 
Ho paura di quello che succederà e della violenza che potrà scoppiare quando a milioni non avranno più di che mangiare.
 
La domanda adesso è: come facciamo ad invertire la rotta? Noi abbiamo solo la consapevolezza e la ragione, gli altri hanno il potere, tutti i mezzi di comunicazione e negano continuamente ogni dibattito, ma la situazione peggiora ogni giorno ed il punto di non ritorno, il punto della violenza è sempre più vicino e se ci arriveremo, saranno sempre i soliti a pagare il prezzo.
 
Saluti a tutti

P.S. Grazie per il pensiero leggerò il libro con molta attenzione....cercando di trovare il tempo di farlo....ultimamente sto mettendo la Famiglia in cima ai miei pensieri, in tempi bui ci si deve concentrare sulle cose veramente importanti: la famiglia e la consapevolezza che viene dallo studio e dal confronto con gli altri.
 
 
 
(vorrei rassicurare i colleghi economisti del pollaio italiano: sì, cari, sì, siete più a sinistra di me, sì, siete più politicamente corretti di me, sì, avete ideali più alti dei miei, sì, avete il cv più lungo, sì, cari, sì, non preoccupatevi. Ma... scambiamoci le figurine! Qualcuno di voi riceve di queste lettere? E se le riceve, come fa a sopportarne il peso? Mi servirebbe un aiuto, per capire come fate, perché io non ce la faccio. Io ho visto la dignità e la disperazione di questa persona nel non poter garantire un futuro ai propri dipendenti. Di questa e altre persone. Allora: io non ce la faccio a dire "più Europa", "l'austerità è di destra", ecc. Non ce la faccio a rispondere a disperazione e dignità con slogan inverecondi, analiticamente ed eticamente fallaci. Basta. Non ce la faccio. Ma non è nemmeno necessario che lo faccia io. Tanto lo fate voi. E credo sia per questo che - vorrei sbagliare - voi di lettere simili, da simili nemici del popolo, non ne ricevete tante. Meglio così. A ogni giorno basta la sua pena.)
 
(fra parentesi: se devo avere un parere su cosa sta distruggendo l'impresa italiana, quello di un imprenditore mi sembra almeno altrettanto informato di quello di un economista.)
 
(concentriamoci sulle cose importanti e non disperiamo. Il redde rationem necessariamente si avvicina. Lo so che le mie apparizioni televisive, la mia divulgazione, il nostro sforzo di elaborazione e diffusione non sono sufficienti. Lo so che sono un contributo puramente esornativo a un dibattito orientato, e che certi segno vanno interpretati con cautela e senza eccessivi trionfalismi. Lo so. Lo so. E come ogni speculatore, traggo le conseguenze di ciò che vedo e so. Ad una cosa sola vi esorto: a non cadere nella trappola del "famoqualsiasicosapurchéfamoqualcosa". Ricordate: vanum est vobis ante lucem surgere. Non serve scalpitare. La tromba sta necessariamente per suonare. Non so se la suoneranno i mercati, se la suonerà l'Alamagna, se la suoneremo noi. Ma suonerà. Siamo uniti e vigili.)

martedì 14 maggio 2013

Apppppproposito...

Alle 20:30 incontro con Gustavo Piga alla Libreria Assaggi, via degli Etruschi 4, Roma.

A proposito, mi sono sempre dimenticato di chiedervi cosa ne pensate di questo. A me, non so perché, ricorda tanto questo. Voi quali analogie vedete? E... "chennepenzate"?


(e mica devo sempre essere io a dire "chennepenzo"? Dopo aver sterminato l'infausta genia dei "professorechennepenza" bandendola da Twitter, permettetemi di spargere un po' di sale al grido di "lettorechennepenzi"...)



























































Ah, scusate, vi dico anche cosa ne penso io:

Souvent, pour s'amuser, les hommes d'équipage
prennent des albatros, vastes oiseaux des mers,
qui suivent, indolents compagnon de voyage,
le navire glissant sur les gouffres amers.

A peine les ont-ils déposés sur les planches,
que ces rois de l'azur, maladroits et honteux,
laissent piteusement leurs grandes ailes blanches
comme des avirons traîner à côté d’eux.

Ce voyageur ailé, comme il est gauche et veule!
Lui, naguère si beau, qu'il est comique et laid!

Eh, già... come saranno ridicoli e turpi gli albatros che oggi volano alto, sognando l'Europa, o l'unione dell'algonchino e del samoiedo, quando i mercati, al grido di "il Re è nudo", li avranno riportati sul ponte della realtà...

sabato 11 maggio 2013

Una cortese richiesta (un'altra?...)

Intanto, vi ringrazio per i suggerimenti in coda al post precedente. Avete scelto esattamente i grafici che mi avrebbero permesso di restare nel mio stato di beatitudine, dal che evinco che o voi siete degli ottimi allievi (capite cose piuttosto difficili) o io sono un buon insegnante (riesco a farvi sembrare semplici le cose difficili).

In ogni caso grazie, poi vi dico com'è andata.

Meanwhile, siccome io non riesco mai a dire di no, mi sono preso un'altra rogna: insegnare "Didattica della politica economica" al Tfa (Tirocinio formativo attivo), cioè ai futuri (e presenti) insegnanti di Economia politica dei Tecnici Commerciali e in generale delle superiori. Son fatto così: se mi mettete una cosa nuova davanti, mi incuriosisco. E poi ho spirito di corpo e di servizio. Segue l'ovvio stress, scaricato a massa sur Palla, come da post ulteriore.

Ovviamente er Bagnai deve sempre essere alla frontiera, quindi me so' cibbato alcuni libri di testo delle superiori (horribile visu, eurismo allo stato puro, Fogno psichedelico all'ombra della bandiera a stelle...), ho parlato con amiche insegnanti, me so' fatto 'n'idea...

Ora vi chiedo: non è che c'è qualcuno di voi che magari insegna alle superiori e ha qualche idea, richiesta, suggerimento, problema, aneddoto, ecc.? Feel free, tanto qui siamo fra amici. Ad esempio, come fate a mantenere la disciplina in classe? Io uso il metodo di Goffredo Buccini (si chiama così?). Dico: "state zitti, altrimenti chiamo l'inflazzzzione a due cifre che vi si porta via!"

E loro zitti...

Intanto, sono riuscito a decifrare, partendo dai testi delle superiori, alcune fra le risposte più sibilline dei miei allievi. Il famoso "ah, ecco perché!...". Piccole soddisfazioni intellettuali.

Insegnanti di tutto il mondo, uniamoci...




Addendum dell'11/5/2013, 17:56: Scusate! È una cosa seria (within reason). Il problema, eventualmente, non è mantenere la disciplina (nel senso di ordine), ma insegnare la disciplina (nel senso di contenuto scientifico), quindi astenersi quelli che "la mia insegnante era carismatica". Anche voi non eravate quelli di oggi...

venerdì 10 maggio 2013

Una cortese richiesta

Carissimi,

intanto una comunicazione di servizio. Fra un po' dovrò dare un giro di vite sui commenti, nel senso di essere più drastico con gli off topic e di limitarli alle persone iscritte al blog (quelle che figurano nel quadretto qui a destra). La vostra iscrizione a me non dà nulla, nemmeno una "tracciabilità", che non mi interessa, perché tanto potete usare una qualsiasi casella email fasulla. Quando sarà il momento di chiamare si chiamerà e risponderà chi vorrà, senza bisogno di rompergli i coglioni nella sua casella email! Tuttavia, costringere a un piccolo sforzo aggiuntivo (che più di 1700 persone hanno fatto) credo abbatterà la quota (esigua) di commenti estemporanei. D'altra parte contare quante persone sono veramente interessate a intervenire nel dibattito sarà comunque utile. Mi scuso per questo fastidio, ma io sono (ancora per poco) solo e ogni piccolo risparmio di fatica mi è prezioso.

Altra piccola comunicazione: sto già preparando il prossimo Goofycompleanno. Questa volta non lascerò fuori nessuno, mi sto (appunto) organizzando. Ve ne parlerò presto.

Ma questo non è poi così importante.

Vorrei invece un vostro parere. Secondo voi, in base alla vostra esperienza, quali pensate possano essere i cinque o sei grafici di maggiore impatto per sostenere i nostri argomenti? Io naturalmente ho le mie idee e le mie esperienze di divulgazione, ma voi avete le vostre che spesso mi sono state preziose. Sarebbe molto utile se, senza off-topic, mi deste le vostre graduatorie, con riferimento o alle figure del libro, o a quelle di qualche post.

Quali sono quelle che vi hanno impressionato di più, o che hanno più impressionato il piddinume circostante? Quali sono quelle che vi hanno aperto gli occhi?

Mi raccomando, andate sull'emotivo, abbandonatevi alle vostre emozzzzioni. Sapete quelli del Fogno? Ecco, la stessa identica cosa, ma al contrario. Solo così riusciremo ad annullarli (regola del parallelepipedo).








(vorrei chiarire: ovviamente sono etilista, cioè elitista, la rivoluzione la facciamo noi, ma al popolo e anche a ecodellarete bisogna dare la soddisfazione di credere di aver capito. Costa poco, ed è segno di buon cuore per quei tanti beati... So che non si vede, ma in fondo un barlume di umanità alberga anche nelle pieghe del mio monolitico, inattaccabile, IO)

Io non sono razzista...

...ma il prossimo che scrive "bhè" lo bandisco, per ora solo dal blog, ma se va come dico io dall'Impero d'Occidente.



(Cordialmente,

Alberto Bhagnai
Dipartimento di Sanscrito
Università di Jaipur
)


(a seguire: "Non è mhai troppo t'ardi", piccolo manuale di ortoghrafia per passare inosservati in società. Per favore, non fatemi disperare! Le rivoluzioni le fanno le élite, che mediamente sanno l'ortografia. Se scrivete come memmetari ci rinuncio...)

giovedì 9 maggio 2013

Il modello tedesco e la notte dei cristalli

Da Il Tramonto dell'euro.




Fra 1999 e 2008 le riforme Hartz hanno determinatoun’esplosione delle forme di lavoro “atipico” di circa il 30 per cento, afronte di una flessione di circa il 3 per cento dei contratti a tempoindeterminato. Nello stesso periodo, gli “atipici” sono passati dal 20 al 39per cento degli occupati (sì: in percentuale sono raddoppiati), e la dinamicapiù rilevante è stata proprio quella dei minijob, aumentati di circa il 50 percento, fino a riguardare, nel 2008, due milioni e mezzo di tedeschi, eraddoppiando quasi dallo scoppio della crisi al 2011, quando i minijob hannoraggiunto quasi 5 milioni (Meillassoux, 2011). Aspettate, ve lo spiego conparole semplici: secondo voi a un datore di lavoro conviene assumere unapersona a tempo pieno, pagandola 1200 euro, più i contributi sociali, o gliconviene assumere tre “minilavoratori”, pagandoli in totale 400 x 3 = 1200euro, ma senza contributi sociali? Dai, che lo sapete! E il bello è che,siccome i minijob sono cumulabili, alla fine non hai nemmeno bisogno di assumeretre persone: basta assumere tre volte la stessa persona!

Intendiamoci: questo è un caso limite, praticamente unalegalizzazione del lavoro nero. Ora, va da sé che questo comportamento ècriminale anche e soprattutto nella virtuosa Alemagna, ma i casi, ahimè, nonsono mancati: è rimasto famoso quello della catena di drogherie Schlecker, cheha costretto il ministro Van der Leyen a rispondere a un’interrogazioneparlamentare (come ci ricorda Meillassoux, 2011), e che quando ha dovutorinunciare a questa forma di dumping sociale è fallita mettendo in pericolo 24000 posti di lavoro (ver.di, 2012).

(e fino a qui, come immaginerete, sono le famose teoriedibagnaimaiosonofuuuuuuuurbo...)
Da franco zannoner il 09 maggio 2013 alle 02:44 ricevo e volentieri pubblico:

Contributo allo smascheramento del modello tedesco.
Sono andato in Germania (quella ricca, alta Baviera) in visita ad un nostro cliente, settore serramenti circa 30 persone.

Il reparto produttivo e' organizzato in due turni di 4 ore, mattino e pomeriggio; gli operai sono tutti a 450 euro/mese. Costo per l'azienda di una coppia di operai siamesi (8 ore/giorno) 1500 euro/mese.

Nella mia azienda la paga base è di circa 1100 euro/mese, con un costo per l'azienda di 2500 euro/mese.

Mi sono sentito come un dodo.

Partendo dalla Germania mi sono un po' consolato, in piazza distribuivano volantini per il ritorno al marco, speriamo nell'eterogenesi dei fini.


(aaahh, ecco... Ma allora non erano proprio solo teoriedibagnaimaiosonofuuuuuurbo... Eh, no, direi di no, mi pare che oltre alle teorie ci siano anche delle pratiche - sporche. Commenta uno sconsolato porter)





porter ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Oculos habent...":

Questo esempio mette in luce due aspetti:

1) Il "miracolo" della piena occupazione della Germania: i 2 minijobber risultano entrambe "occupati" anche se in realtà occupano in due un solo posto di lavoro (ma gli espertoni ci diranno che sicuramente nell'altra mezza giornata fanno un altro mezzo lavoro, sempre che non la passino a fare shopping di integratori nei discount bavaresi, come raccontava l'indimenticabile lampredotto).

2) Il sussidio fornito dallo stato per integrare il basso salario costituisce DI FATTO un AIUTO DI STATO (occulto), vietatissimo dalla UE, in quanto, pur essendo il beneficiario formale il lavoratore, solo il sussidio permette all'azienda di offrirgli uno stipendio che di per se non gli permetterebbe di sopravvivere, consentendo DI FATTO all'azienda stessa di ridurre il costo del lavoro. Ora, la Germania applica, dalle riforme Hartz, questa politica TRASVERSALMENTE su tutti i settori della propria economia perché anche se un'azienda non ha minijobber, beneficierà comunque di servizi offerti da aziende terze a costo minore.

Ma la cosa ancora peggiore è che a questi stessi operai stanno raccontando che la loro situazione è colpa di noi lazzaroni del sud europa, e che la grande madre Germania darebbe loro tanti soldini in più se non dovesse "salvare" le cicale greche, portoghesi, spagnole e italiane: come vada a finire lo sappiamo già. Auguri a chi se ne va a lavorare in Germania, ma attenti alla prossima Kristallnacht...

(ecco, attenti, anche perché potrebbe non verificarsi necessariamente in Germania. L'euro mette a rischio la pace in Europa, e anche questa non è una toeriadibagnaimaiosonofuuuuuuurbo: no, è una previsione - ampiamente realizzata - di Martin Feldstein. Inutile, poi, mettere in mezzo Paolo Becchi, per quanto le sue parole possano essere state, o essere state fatte sembrare, fuori luogo).